Le migliori colonne sonore

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Scegliere le colonne sonore più belle della storia del cinema non è certamente un compito semplice. Ogni brano porta con sé un ricordo personale. Alcune diventano il centro del film, altre hanno una vita propria che continua ad emozionarci al di fuori dei titoli di coda.
In questa selezione si è deciso di spaziare nel tempo e nei generi, non concentrandosi solo su Morricone o Nino Rota ma arrivando anche a composizioni più recenti come “Mia and Sebastian’s Theme” da La La Land o la dolcissima “Married Life” dal film Up, si è voluto costruire un viaggio.
Alcuni brani sono legati a storie d’amore, altri a racconti di speranza o dolore, ma tutti condividono la stessa forza di farci emozionare.

  1. Justin Hurwitz – Mia and Sebastian's Theme (La La Land)
    Il tema di Mia e Sebastian rappresenta il cuore musicale del film La La Land (2016), una melodia ricorrente che accompagna e intreccia l’evoluzione emotiva dei protagonisti. Così come ci si affeziona gradualmente a Mia e Sebastian nel corso della narrazione, allo stesso modo si crea un legame con questo motivo musicale, che diventa familiare e sempre più denso di significato.
    La composizione riflette la fragilità e l’intensità dei sentimenti, contribuendo a definire il tono del film e a scandirne i momenti chiave. Inizia con una delicatezza malinconica, ma si sviluppa progressivamente, fino a raggiungere una complessità emotiva capace di evocare sia il rimpianto per ciò che non è stato, sia la tensione e la speranza legate alla realizzazione dei propri sogni.
    Questa melodia, pur essendo semplice nella struttura, riesce a racchiudere l’intera essenza del film: una storia d’amore sospesa tra realtà e idealismo, tra ciò che si sceglie e ciò che si perde.
    Per il film La La Land, Justin Hurwitz ha vinto l’Oscar per la miglior colonna sonora
  2. Ennio Morricone – Gabriel's Oboe (The Mission)
    “Gabriel’s Oboe” è uno dei brani più celebri e spiritualmente intensi della produzione di Ennio Morricone. Composto per il film The Mission (1986), il tema si presenta con una melodia limpida e contemplativa, affidata all’oboe, che diventa simbolo della purezza e della fede del protagonista, padre Gabriel. L'oboe, in questa scena, diventa un mezzo per comunicare un messaggio universale, un linguaggio che trascende le barriere linguistiche.
    La semplicità della linea melodica è ciò che la rende così potente: priva di artifici, tocca direttamente l’ascoltatore con un senso di pace, ma anche di struggimento. Morricone riesce, con pochi elementi, a trasmettere l’idea di una bellezza fragile in contrasto con la brutalità del mondo circostante. È una musica che invita all’ascolto silenzioso, quasi meditativo, e che resta impressa nella memoria per la sua grazia e profondità.
  3. Michael Giacchino – Married Life (Up)
    “Married Life”, firmato da Michael Giacchino per il film Up (2009), è un brano che racconta una storia d’amore in poco più di quattro minuti. Con un arrangiamento dallo stile rétro, ispirato alle musiche degli anni '40 e '50, accompagna una delle sequenze più emozionanti e narrative della Pixar: la vita condivisa tra Carl ed Ellie, dalla giovinezza alla vecchiaia.
    La melodia, inizialmente leggera e giocosa, si trasforma gradualmente seguendo il fluire della vita dei protagonisti, alternando tenerezza, malinconia e dolore. Senza alcuna parola, “Married Life” riesce a evocare tutte le emozioni umane, rivelandosi un perfetto esempio di come la musica possa raccontare una storia tanto quanto le immagini.
    Giacchino firma così una composizione capace di toccare profondamente, senza mai forzare l’ascolto: una piccola sinfonia, intima e universale al tempo stesso.
    Micheal Giacchino ha vinto l’Oscar nel 2009 per la miglior colonna sonora proprio per il film Up.
  4. John Williams – Theme from Schindler's List
    Il tema principale del film Schindler’s List (1993), composto da John Williams, è uno dei brani più intensi e struggenti scritti per il cinema. Interpretato magistralmente dal violino solista di Itzhak Perlman, il brano dà voce al dolore silenzioso e alla memoria collettiva legata all’Olocausto, restituendo una dimensione umana e profondamente emotiva alla tragedia narrata nel film.
    La melodia, semplice ma profondamente espressiva, si muove con passo lento e meditativo, come se ogni nota fosse un passo nella memoria. John Williams riesce a coniugare l’eleganza compositiva con un senso di vulnerabilità autentica, evitando ogni retorica. Il risultato è una musica che non cerca di spiegare, ma di far sentire.
    È un tema che va oltre il film stesso, diventando simbolo di lutto, compassione e riflessione storica attraverso il linguaggio universale della musica.
    La colonna sonora di questo film ha vinto numerosi premi tra cui l’Oscar.
  5. Yann Tiersen – Comptine d’un autre été (Amélie)
    “Comptine d’un autre été” di Yann Tiersen è uno dei brani più importanti della musica per film dell’ultimo decennio. Composto per Il favoloso mondo di Amélie (2001), il brano è un altro perfetto esempio di come la musica possa raccontare l’interiorità di un personaggio senza bisogno di parole.
    La composizione si basa su un minimalismo melodico e armonico, in cui pochi accordi e una linea pianistica essenziale costruiscono un’atmosfera sospesa, quasi fuori dal tempo. Questo stile semplice, ma profondamente evocativo, riflette il mondo interiore di Amélie: fatto di osservazioni silenziose, piccoli gesti e fantasie personali.
    C’è un equilibrio delicato tra leggerezza e malinconia. È una colonna sonora che accompagna non solo la narrazione del film, ma anche la sua poetica: il tentativo di dare senso e bellezza alla quotidianità, anche nelle sue pieghe più ordinarie.
  6. Don Alan Schlitz Jr., Paul Overstreet – When You Say Nothing at All (Notting Hill)
    A differenza dei brani presenti in questa selezione, “When You Say Nothing at All” non è stata composta appositamente per il film Notting Hill (1999). Scritta nel 1988 da Don Schlitz e Paul Overstreet, la canzone ha avuto diverse interpretazioni nel corso degli anni, ma è stata la versione di Ronan Keating, scelta per accompagnare una delle scene più iconiche della pellicola, a portarla all’attenzione di un pubblico internazionale, legandola in modo indissolubile al mondo del cinema.
    Il brano si distingue per la sua immediatezza emotiva e per il messaggio essenziale ma potente: spesso, le parole sono superflue quando il sentimento è autentico. La linea melodica semplice e l’arrangiamento acustico creano un clima di intimità e dolcezza, perfettamente in sintonia con il tono romantico e malinconico del film.
    Pur non essendo nato come musica da film, “When You Say Nothing at All” ha dimostrato quanto una canzone possa acquisire una nuova vita e diventare parte integrante di una storia.
  7. Nino Rota – A Time for Us (Romeo and Juliet)
    Composta da Nino Rota per l’adattamento cinematografico di Romeo and Juliet diretto da Franco Zeffirelli nel 1968, “A Time for Us” è una delle melodie d’amore più celebri della storia del cinema. Rota, con la sua straordinaria sensibilità melodica, riesce a tradurre in musica l’intensità e la tragedia della storia shakespeariana, offrendo un tema che fonde dolcezza, passione e malinconia.
    La melodia, inizialmente scritta come tema strumentale, è poi divenuta anche una canzone con testo, trovando ulteriore diffusione e successo al di fuori del contesto cinematografico. Ciò che colpisce in “A Time for Us” è la capacità di suggerire, in poche frasi musicali, la delicatezza dell’amore giovanile e l’inevitabile senso di perdita che accompagna il destino dei due protagonisti.
    Il brano vive di contrasti: la semplicità della linea melodica contro la profondità emotiva della storia, la speranza contenuta nel titolo contro la drammaticità della narrazione.
  8. Alan Silvestri – Forrest Gump Suite
    Composta da Alan Silvestri per il film Forrest Gump (1994), “Forrest Gump Suite” rappresenta una delle melodie più iconiche e riconoscibili della storia del cinema. Il tema principale, affidato al pianoforte, è costruito su una linea melodica delicata e malinconica, che viene riproposta in diverse variazioni nel corso della narrazione, adattandosi alle emozioni e agli snodi della storia.
    Silvestri riesce a catturare l’essenza del personaggio di Forrest con sorprendente efficacia, grazie a una scrittura musicale che riflette la sua visione del mondo: semplice, sincera, ma di una profondità toccante. Il brano diventa una vera voce emotiva del film, definendo il tono poetico e contemplativo.
    La Suite agisce come un filo conduttore musicale, guidando lo spettatore attraverso i diversi momenti della vita del protagonista e sottolineando, senza mai sovrastare, il contrasto tra la semplicità del suo sguardo e la complessità del mondo che lo circonda.
  9. Nicola Piovani – La Vita è Bella
    Il tema principale composto da Nicola Piovani per La Vita è Bella (1997) è una melodia che riesce a raccontare la forza dell’amore e dell’immaginazione anche nei momenti più oscuri della storia.
    Il brano descrive perfettamente la magia della vita, quella stessa magia che nel film dà a un padre la forza di proteggere il proprio figlio dalla brutalità dell’Olocausto. All’interno del campo di concentramento, la realtà viene trasformata in gioco e finzione per preservare l’innocenza del bambino. La musica diventa una voce silenziosa ma essenziale, che riflette la capacità dell’essere umano di custodire speranza, affetto e dignità anche nel cuore dell’orrore.
    È una musica che commuove e ispira, perché racconta come, persino nel dolore, la vita possa conservare una sua bellezza.
    Piovani con questa musica vince l’Oscar per la miglior colonna sonora nel 1999.
  10. Michael Nyman – The Heart Asks Pleasure First (The Piano)
    Composta da Michael Nyman per il film The Piano (1993), “The Heart Asks Pleasure First” è una delle colonne sonore più evocative e distintive degli anni ’90. Il brano prende il titolo da un verso della poetessa Emily Dickinson, e come la poesia, anche la musica esprime un desiderio intimo e struggente: quello di trovare conforto, bellezza e significato attraverso l’arte, nonostante il dolore e i vincoli imposti dalla realtà.
    La composizione si fonda su una struttura minimalista: poche frasi ripetute e modulate creano un senso crescente di urgenza emotiva. Il pianoforte, unico strumento protagonista, diventa voce e corpo della protagonista Ada, una donna muta che comunica proprio attraverso la musica. Nyman riesce a tradurre questa dimensione in una melodia ipnotica, che unisce semplicità e intensità in modo profondo e immediato.
    Questo brano incarna l’identità più profonda del film: quella di un’opera sospesa tra il silenzio e l’espressione, tra la repressione e la libertà. È molto più di un tema musicale: è una voce che parla al posto della protagonista, e con la stessa urgenza e profondità.